Venaturae

trentino

Un impegno verso passato presente e futuro

Un impegno verso passato, presente, futuro

 

Nell’articolo di oggi desideriamo lasciare spazio alle parole di un cliente e della sua esperienza di ristrutturazione di una casa di montagna che conserva in sé ricordi ed emozioni. 

Le sue parole ci permettono di riflettere sull’importanza del lavoro congiunto di esperti e professionisti, ognuno capace di apportare con la propria esperienza un contributo indispensabile per la buona riuscita del progetto.

 

Recupero di una residenza tradizionale della val di Fiemme

La casa, nel centro storico di un paese di montagna, è appartenuta alla mia famiglia fin dalla fine del XVIII secolo ed è legata ai ricordi della mia infanzia perché da piccolo ci passavo una buona parte delle vacanze estive con i nonni. 

Quando, con mia moglie, siamo riusciti ad acquistare l’appartamento al primo piano, l’alloggio era inutilizzato da circa quarant’anni, privo di servizi igienici e di riscaldamento e con qualche problema strutturale importante

I suoi punti notevoli, a parte il valore affettivo, erano due stanze con il tradizionale rivestimento in legno (stube) e due porte antiche dipinte da un antenato pittore, noto nella valle (Bartolomeo Rasmo, 1810-1846). 

Una monumentale stufa in ceramica, di cui esiste una sola fotografia, era stata demolita nel 1968 per fare posto a un altro esemplare più “moderno” ma più banale.

I pavimenti in legno, sostituiti nel ‘900, erano molto usurati e di scarsa qualità e il solaio del salone principale era flessibile in modo preoccupante.

La planimetria, vincolata dalla presenza di spessi muri portanti, presentava un piccolo locale di ingresso da cui si accedeva ad una grande cucina e ad un salone rivestito in legno (stube). Dal salone si accedeva all’unica camera da letto. Dalla cucina si accedeva ad un locale di deposito o dispensa.

Come già detto, non c’erano servizi igienici ma solo un piccolo locale wc accessibile dal vano scale comune. Infine, il precedente proprietario negli anni ‘90 aveva fatto decorare l’ingresso e il salone principale da un pittore locale che aveva riempito le pareti di figure, fiori e tromp l’oeil che non ci piacevano.

 

Il progetto di recupero

L’obiettivo del progetto è stato quello di salvaguardare le parti storiche e singolari dell’alloggio rendendolo adatto ad un uso contemporaneo come seconda casa, dove stare con i figli o con gli amici. Abbiamo voluto evitare finiture e mobili costosi, arbitrarie ricostruzioni “in stile” e inopportuni effetti “baita”.

Con poche modifiche della planimetria originale sono state ricavate due camere da letto indipendenti, ciascuna con il proprio bagno, e una zona giorno con la cucina a vista. Un divano letto nella zona giorno e un minuscolo bagno per gli ospiti, assieme al grande tavolo rotondo da 140 cm, consentono di viverci comodamente in sei accettando solo qualche promiscuità.

La scelta delle finiture ha privilegiato materiali locali e colori neutri. L’arredo è una combinazione di mobili nuovi di design scandinavo, di alcuni classici degli anni 60-80 (che erano già a nostra disposizione), di un paio di mobili antichi dell’Alto Adige (cercati e acquistare l’occasione) e di alcuni ricordi dei nostri viaggi attorno al mondo.

 

I lavori di ristrutturazione

I lavori di ristrutturazione hanno comportato la demolizione totale dei pavimenti e dei sottofondi per mettere in luce la struttura portante, parte in legno e parte su volte in pietra. I solai in legno sono stati rinforzati aggiungendo travi in legno lamellare e rendendo collaboranti le travi con una cappa (“caldana”) in calcestruzzo.

Per evitare di alzare eccessivamente la quota originale dei pavimenti si è cercato di limitare lo spessore della nuova struttura: la rete degli impianti tecnologici (elettrico, idrico sanitario e di riscaldamento) è stata posata prima di gettare la cappa in calcestruzzo e la cappa stessa è stata livellata e lisciata per poter posare direttamente (a secco) il pavimento in legno.

La struttura così realizzata ha comportato una variazione complessiva della quota del pavimento di soli 4 centimetri. Per consentire la realizzazione di queste opere, Il rivestimento dei locali in legno è stato parzialmente smontato. Dove possibile, in fase di ricostruzione, le pareti esterne e il pavimento sono stati isolati con lana di roccia. 

Il locale più importante, che aveva il rivestimento in legno tipo “stube” con diversi strati di pittura, è stato semplicemente ridipinto lasciando evidenti tutti i difetti e i segni della sua storia. 

La stufa in ceramica degli anni ‘60, difettosa e pericolosa, è stata demolita e sostituita da una nuova stufa dal disegno molto semplice e alimentata dall’impianto di teleriscaldamento comunale. Con questa soluzione, è stato eliminato il rischio del fuoco ed è possibile accendere e spegnere l’impianto anche da remoto. Le due porte antiche dipinte sono state smontate e restaurate nella decorazione pittorica.

 

 

 

I materiali

Un nuovo pavimento flottante in larice evaporato è stato posato in tutte le stanze, ad esclusione dei due bagni. Le tavole di larghezza variabile sono state posate “a correre”. L’orientamento della posa è indipendente in ogni stanza. La discontinuità tra le stanze è stata risolta interponendo una soglia del medesimo materiale in corrispondenza delle porte

I bagni sono stati rivestiti (pavimento e pareti) con piastrelle in gres porcellanato che simulano la pietra. 

Per il portoncino di ingresso e per l’altra nuova porta che si apre sul locale di ingresso, è stato utilizzato un legno esotico ricavato dal piano di lavoro di due vecchi banchi da laboratorio.

La cucina

La cucina, che si apre alla vista del soggiorno come un piccolo palcoscenico, è stata ricavata sfruttando opportunamente le caratteristiche di un piccolo locale dalla forma irregolare.

Le attrezzature e i contenitori sono stati incorporati in un mobile su misura realizzato da un artigiano locale.

 

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